Bene la corsa alle energie rinnovabili, ma guai a sottovalutare la vera "miniera" di energia sostenibile e per giunta a basso costo: la maggiore efficienza. Ovvero la capacità, che le tecnologie ci stanno mettendo a disposizione in maniera crescente, di usare meno risorse non per scaldarci o muoverci di meno ma per fare esattamente le stesse cose senza sprechi (anche di denari). Ne sono convinti gli Amici della terra, che in un convegno sfoderano numeri e proiezioni per dimostrare che proprio con la doppia corsa all'efficienza e alle rinnovabili, da concentrare soprattutto sul settore termico, potranno colmare in gran parte il gap che ci separa dagli obiettivi "verdi" tracciati dal protoicollo di Kyoto e imposti anche all'Italia dalla Ue. Ma un forte sostegno a questi richiami viene anche da due autorevoli proptagonoisti dello scenario energetico: l'Authority per l'energia e la Confindustria.

A oggi – rimarca Rosa Filippini, leader degli Amici della Terra – il settore termico contribuisce per 2,2 Mtep, ovvero il 20% delle rinnovabili, a fronte di un potenziale del 60% al 2020. Un potenziale «non conosciuto dall'opinione pubblica e snobbato dal mondo politico». Bisogna dunque «governare questa partita con un nuovo sistema statistico e incentivi più congrui ed equilibrati. Oggi rischiamo un effetto-boomerang, con gli incentivi al fotovoltaico sull'import delle componenti che finiscono ai cinesi, e quelli sull'eolico che vanno a sostenere l'industria tedesca». Largo dunque a un nuovo Piano nazionale che privilegi di più l'efficienza.

E di una nuova strategia si fa carico il sottosegreterio allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che intanto promette di fronteggiare il caos normativo italiano sulle autorizzazioni e sugli incentivi alle rinnovabili, contrassegnato anche negli ultimi giorni dalla bocciatura al Tar di alcune normative regionali. Saglia promette l'imminente varo di «linee guida» per stabilizzare e semplificare i meccanismi stabilendo «regole unitarie e omogene per tutto il territorio nazionale» nell'ottica del «raggiungimento della massima semplificazione, trasparenza e garanzia per i territori».

Nel frattempo l'Authority per l'energia sta intensificando il suo impegno a favore dei "certificati bianchi" sull'efficienza energetica, sottolina il Presidente Alessandro Ortis. Che incoraggia l'impegno proprio sulle rinnobabili termiche, che vantano – afferma anche Ortis – il miglior rapporto tra risorse da impiegare e risultati che possono essere ottenuti. Con la normativa in vigore «tra pochi anni – spiega Ortis – arriveremo per il fotovoltaico ad un onere sulle bollette elettriche di oltre 3 miliardi con impegno ventennale. Questo forte investimento consentirà di sostituire, in termini di fonti primarie, meno dell'1% dei consumi fossili con fonti rinnovabili. Lo stesso impegno finanziario, se destinato ad interventi di efficienza energetica nel comparto termico, potrebbe produrre risultati almeno cinque volte superiori, con ricadute industriali ed occupazionali molto rilevanti».

 

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